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Home Sub News Mediterraneo Blancpain finanzia la ricerca sull’attività vulcanica sottomarina
MediterraneoNews

Blancpain finanzia la ricerca sull’attività vulcanica sottomarina

7 Luglio 2022
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 di Martina Laudati

Da anni ormai il vulcanologo Francesco Italiano studia e sorveglia l’attività sottomarina delle isole Eolie e del Vesuvio. Il suo lavoro è stato di recente favorito e potenziato grazie alla collaborazione con Laurent Ballesta e con l’equipe Gombessa. Per tre settimane i subacquei professionisti hanno esplorato per la prima volta dei siti a più di 100 metri di profondità al fine di effettuare dei prelievi e installare dei sensori di monitoraggio. Grazie alla raccolta di questi dati la ricerca dei vulcanologi avrà, nei prossimi anni, parecchio materiale su cui lavorare e sviluppare le proprie analisi.

Questa attività non sarebbe tuttavia stata possibile se non grazie all’intervento finanziario di Blancpain, noto brand di orologi, che con parte dei ricavati delle vendite del modello Ocean Commitment III ha dato linfa vitale agli investimenti su queste ricerche.

La missione esplorativa così condotta ha dato anche la possibilità di girare un lungometraggio intitolato “I vulcani sotto le onde del Mediterraneo”, di cui la diffusione è prevista sul canale Arte nel corso dell’ultimo trimestre 2022. Eche è stato presentato, in anteprima assoluta, a Milano, nel corso di un evento al quale hanno partecipato i responsabili del brand, Ballesta e il noto cameramen Roberto Rinaldi.

A dare vita al progetto di ricerca sui vulcani immersi nel Mediterraneo è stato appunto il vulcanologo Italiano assieme a un’equipe di prim’ordine, composta da scienziati, tra cui lo zoologo specializzato negli abissi Roberto Danovaro, Rinaldi, Ballesta, autore di numerosi libri e documentari. Quest’ultimo è il fondatore delle spedizioni Gombessa, un’iniziativa che Blancpain sostiene dall’inizio del 2013. Rinaldi è stato accompagnato nella ripresa del lungometraggio da Gil Kébaïli, regista e operatore che lavora a fianco diBallesta da diversi anni.

I subacquei scientifici di questa spedizione Gombessa hanno espolorato tre dei maggiori siti vulcanici del Mediterraneo, a più di 100 metri sotto superficie del mare: Panarea, Stromboli e il Vesuvio. Tipicamente questi siti, di difficile accessibilità ma molto interessanti per quel che riguarda le informazioni ricercate, sono monitorate da rilevatori regolarmente esplorati tramite robot telecomandati. Questi metodi hanno, però, i loro limiti e alcuni protocolli complessi, come ad esempio i campioni di gas o di specie, possono essere effettuati solamente da subacquei esperti.

A Panarea, ad esempio, vengono regolarmente osservate le emissioni di acqua bollente e di gas. I gas che alimentano queste emissioni deriverebbero da serbatoi magmatici più profondi che potrebbero nutrire i vulcani vicini, di cui lo Stromboli. Quest’ultimo, interessa in particolare modo i ricercatori per la vita che si sviluppa su queste pendici di lava sottomarine.

Quello che lo studio vuole determinare è legato anche alla capacità di resilienza degli ecosistemi marini locali e come il fenomeno vulcanico incide su di loro. Infine, i subacquei si sono addentrati in un buco nero, un crepaccio di una decina di metri di diametro che porta sullo zoccolo del cratere del Vesuvio.

Informazioni relative all’acustica, ai gas, alla temperatura, la pressione, la conducibilità elettrica e al pH sono stati monitorati in maniera continuativa attraverso strumenti di misurazione posti a 120 metri di profondità.

L’altra priorità di questa immersione è stata quella di osservare l’esistenza o l’assenza di biodiversità in quest’acqua carica di zolfo. La combinazione di tutti questi parametri permetterà agli scienziati di osservare con precisione l’evoluzione dei fenomeni vulcanici sottomarini e di rilevare precocemente eventuali cambiamenti violenti che possono causare ripercussioni sull’attività vulcanica terrestre.

Gli scienziati e i subacquei stanno riuscendo in questi loro intenti grazie all’esperienza e alle loro competenze, e al loro fianco, a rendere fattibile l’intera spedizione, c’è Blancpain, che non è nuova nel supporto a iniziative di questo tipo: negli ultimi anni, Blancpain ha sostenuto 21 grandi spedizioni scientifiche, ha contribuito a estendere significativamente la superficie delle aree marine protette nel mondo, presentato numerosi documentari premiati, oltre a mostre fotografiche del mondo sottomarino e diverse pubblicazioni. Questo impegno globale a favore degli oceani porta l’etichetta Blancpain Ocean Commitment.

Se vogliamo, la stessa attività di impegno per la salvaguardia degli oceani è strettamente legata alla stessa storia del Fifty Fathoms – il primo orologio da immersione moderno – che dura da quasi 70 anni. L‘esplorazione e la preservazione degli oceani sono infatti una delle preoccupazioni essenziali di Blancpain. Il marchio ha instaurato stretti rapporti con esploratori, fotografi, scienziati e specialisti dell’ambiente, consci del valore inestimabile di queste risorse preziose. Affinità che l’hanno spinta a garantire un sostegno sostanziale per importanti attività e iniziative dedicate agli oceani.

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